Un programma di lavoro per l'SSPM e l'USS

Alla riunione dei delegati dell'8 novembre, i delegati del SSPM si sono lasciati convincere dall'esito dei negoziati condotti dal loro comitato centrale con l'USS e hanno deciso che il SSPM sarebbe rimasto membro dell'USS, ma come membro associato.

Il 29 marzo, i delegati hanno deciso che la SSPM si sarebbe ritirata dalla Confederazione Svizzera dei Sindacati perché le quote pagate all'USS erano semplicemente troppo pesanti per il bilancio. Alcuni delegati hanno criticato il fatto di non vedere alcun beneficio concreto da questa affiliazione. Tuttavia, i delegati hanno dato mandato al Comitato centrale di negoziare per ottenere migliori condizioni dall'USS.
L'esito di queste trattative è stato presentato all'Assemblea generale annuale dell'8 novembre:

la SSPM può passare allo status di associato. In termini pratici, ciò significa che le quote associative diminuiranno di circa 50 %, ma che il rappresentante dell'associazione perderà il diritto di voto alle riunioni del consiglio dell'USS.
Durante le trattative, il Comitato Centrale si è concentrato non solo sul prezzo, ma anche e soprattutto sui vantaggi concreti che la SSPM poteva trarre dal mantenimento dell'affiliazione all'USS. Ha quindi elaborato un programma di lavoro con l'USS per i prossimi anni: naturalmente, il lavoro del sindacato deve essere svolto in primo luogo dalla SSPM e in particolare dal Comitato Centrale stesso. Deve individuare i problemi più urgenti, analizzarli e raccogliere le informazioni necessarie. Tuttavia, l'USS deve sostenerlo consigliandogli la linea d'azione più promettente in ogni caso. Deve informarlo sul momento ideale per intervenire su una determinata questione e indicargli i contatti migliori a tale scopo. Deve anche fornire contatti diretti con i politici che prendono le decisioni in questo settore.

Quali sono i punti di questo programma di lavoro?

L'obiettivo principale è quello di migliorare lo status della professione di insegnante di musica. Il Comitato centrale ritiene quindi molto importante ottenere una tutela del titolo per questa professione. Dato che molti insegnanti di scuole di musica andranno in pensione nei prossimi anni, è essenziale che la professione sia regolamentata e che questi posti non vengano occupati da insegnanti con una formazione insufficiente o con una formazione solo artistica ma non pedagogica. In questo modo si eviterebbe un calo della qualità dell'insegnamento nelle scuole di musica. Ma è anche una misura contro il calo degli stipendi. Gli insegnanti meno preparati guadagnano meno, e i cantoni, i comuni e le associazioni responsabili potrebbero abituarsi a questo.
In quest'ottica, è anche importante che ci siano più posti di formazione a livello di Master of Arts in pedagogia musicale per gli strumenti per i quali si minaccia o si è già verificata una carenza di insegnanti qualificati. Allo stesso tempo, devono essere creati nuovi corsi di formazione pertinenti per i musicisti con un background puramente artistico, che consentano loro di acquisire una qualifica aggiuntiva completa per lavorare nella pedagogia musicale senza dover studiare il loro strumento principale, nel quale sono già qualificati da molto tempo, sempre nell'ambito di un normale master in pedagogia. Il CHEMS e l'ASEM stanno già cercando soluzioni concrete a questo problema, ma il sostegno della SSPM e l'appoggio politico dell'USS non possono certo nuocere.

Per la SSPM e per tutte le altre associazioni che rappresentano gli operatori culturali che insegnano musica, danza, teatro o belle arti, è importante, per due motivi, che siano riconosciute in tutta la Svizzera come "organizzazioni di operatori culturali professionisti". Ciò consentirebbe loro di avere voce in capitolo in futuro, ad esempio nella negoziazione di un nuovo messaggio culturale, e di essere presi in considerazione nell'assegnazione delle sovvenzioni KUOR. Il secondo punto in particolare spiega perché riceviamo sempre la risposta "Siete nel settore dell'istruzione, non della cultura". È qui che abbiamo bisogno che l'USS ci metta in contatto con i politici.
Questi sono i tre compiti principali che sono difficili e richiedono molto tempo.

Il programma comprende anche compiti meno importanti ma ugualmente essenziali, come garantire che le scuole di musica private di tutti i tipi paghino i loro contributi previdenziali e che non ci siano falsi lavoratori autonomi∙e∙. In secondo luogo, si tratta di affrontare il problema dei contratti di lavoro a catena, ossia che gli istituti di istruzione superiore non assumano a tempo determinato insegnanti che da anni tengono gli stessi corsi a meno di 10 %. Inoltre, è necessario abbassare la soglia di accesso al fondo pensione Musica e Formazione per i lavoratori autonomi. L'insegnamento della musica deve diventare un settore prioritario per combattere il dumping salariale nelle regioni periferiche dove vivono molti pendolari transfrontalieri.

Non dimentichiamo l'importante problema dell'insidiosa riduzione dell'orario di lavoro nelle scuole di musica, che potremo affrontare efficacemente solo con la prossima revisione della legge sull'assicurazione contro la disoccupazione.
"Sarebbe davvero un paradiso per gli insegnanti di musica∙e∙ in Svizzera!" ha detto Wolfgang Pailer, che si è opposto alla permanenza della SSPM nell'USS, dubitando che la SSPM abbia davvero il sostegno dell'USS.

Il Comitato centrale si impegna a lavorare con energia ai compiti sopra menzionati e a chiedere all'USS di fornirgli il sostegno negoziato.

E voi, cari insegnanti di musica diplomati∙e∙ in Svizzera che purtroppo non siete ancora membri dell'associazione, vi invita ad aderire alla SSPM, perché ogni nuova adesione rafforza il peso delle iniziative che la SSPM sta portando avanti a favore degli insegnanti di musica stipendiati e indipendenti in Svizzera, affinché un giorno regnino davvero "condizioni paradisiache".

 

 

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